ADHD fra verità scientifica e fake news

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ADHD fra verità scientifica e fake news

Categoria : Studi e news

Ti è mai capitato di sentir affermare che l’ADHD è un problema sovrastimato, o che addirittura è un’invenzione?
Negli ultimi anni in particolare, anche voci di medici e terapisti si sono espresse in maniera contrastante in merito a questo argomento. Se provi a digitare su un qualsiasi motore di ricerca “l’ADHD è un fake” o “critiche all’ADHD”, scoprirai che si tratta di un tema molto dibattuto e che nell’ultimo decennio sono stati pubblicati numerosi saggi e articoli che puntano il dito sulla medicalizzazione di problemi dell’infanzia e dell’adolescenza trattati come patologie, e non come “normali” passaggi di evoluzione e crescita.

Il problema? Sta nella diagnosi

Le principali associazioni medico-scientifiche internazionali -tra cui l’American Academy of Pediatrics, l’American Medical Association, l’American Psychiatric Association e il National Institute of Health- riconoscono il disturbo da deficit di attenzione e iperattività come una condizione da trattare.
La comunità scientifica è quindi piuttosto compatta nel considerare l’ADHD come un problema reale, affrontato dalla ricerca medica fin dal secolo scorso.
Le opinioni contrastanti fra professionisti non riguardano quindi tanto il riconoscimento della patologia, quanto il momento della diagnosi.
È infatti pensiero comune che il problema inizi con la diagnosi della condizione.

La sovrastima della condizione: troppi casi

Chi muove critiche, mette soprattutto in dubbio l’alto numero di diagnosi di ADHD. Se da una parte è vero che le diagnosi sono in generale aumentate, dall’altra è innegabile che la gente comune abbia aumentato la propria consapevolezza rispetto all’ADHD, ed inoltre le linee guida utilizzate dagli operatori sanitari per diagnosticare la condizione sono cambiate e aggiornate, sulla base delle evidenze scientifiche più recenti.
Tutto questo contribuisce potenzialmente a un riconoscimento più preciso e precoce della condizione.

Ma è davvero ADHD? Quando la diagnosi c’è, ma è sbagliata

Il fatto che i bambini in particolare siano spesso mal diagnosticati è un fattore lamentato da diversi professionisti. Una voce autorevole è quella di Richard Saul, medico membro dell’American Academy of Pediatrics e dell’American Academy of Neurology, autore fra l’altro di ADHD Does Not Exist.
Saul afferma che non è discutibile che i sintomi dell’ADHD siano reali, ma che ci sono un gran numero di problemi di salute che possono generare quei sintomi, come ad esempio i disturbi del sonno, che possono essere causa di problemi di attenzione e depressione.
Quindi: che fare?

Un percorso diagnostico sicuro

Affidarsi a professionisti che abbiano già una riconosciuta esperienza con l’ADHD è già un primo passo.
È importante che la diagnosi avvenga dopo un esame fisico completo, una ricostruzione esaustiva della storia di salute del paziente, che coinvolga all’occorrenza la famiglia e gli insegnanti, l’impiego di test validati di valutazione comportamentale e un colloquio con uno psicologo.
Un approfondimento ulteriore sono i test di imaging come la risonanza magnetica, in grado di evidenziare le differenze di comportamento della corteccia prefrontale, un’area del cervello che svolge un ruolo nel controllo del comportamento, nella capacità di risoluzione dei problemi e nella gestione delle emozioni. Nelle persone con ADHD l’attività cerebrale di quest’area è diversa da chi non ha la stessa condizione.
Queste differenze, da sole, non sono ovviamente sufficienti alla diagnosi, ma devono essere sempre inserite in un percorso diagnostico più articolato.

In caso di dubbi

Se hai ancora dubbi sulla diagnosi e l’eventuale trattamento proposto, puoi sempre ottenere una seconda opinione da un esperto, psichiatra o psicologo, ancora meglio se un professionista con esperienza in grado di suggerirti strategie terapeutiche adeguate al tuo caso.
Ricorda che terapia adeguata non significa per forza farmaci: un corretto stile di vita, la terapia comportamentale e il neurofeedback training possono essere valide integrazioni o addirittura alternative.


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