Il Neurofeedback nella depressione

Il Neurofeedback nella depressione

Categoria : Il Neurofeedback

In che modo il neurofeedback può aiutare contro la depressione?

Molti studi hanno dimostrato l’efficacia del Neurofeedback nel trattamento della depressione: questa tecnica, infatti, permette un aumento della flessibilità mentale, laddove invece il disturbo causa la persistenza di un unico stato mentale. Richard Davidson, dell’università del Winsconsin, ha scoperto una asimmetria nell’attività elettrica dei due emisferi cerebrali, in presenza di questa patologia. Egli ha osservato che, insegnando ai pazienti a riportare l’attività elettrica dei due emisferi ad uno stato normale, la depressione migliorava e tale miglioramento era stabile ancora dopo 6 anni.

Il Biofeedback della variabilità cardiaca si usa in quanto si è osservata una stretta correlazione tra bassa variabilità cardiaca ed emozioni negative quali appunto la tristezza. L’incremento della variabilità cardiaca aumenta la capacità del paziente di controllare i suoi stati d’animo e gli permette di sperimentare un senso di efficacia e controllo molto importanti per il ritorno ad uno stato di salute e benessere. Tali terapie si possono anche associare al trattamento farmacologico a base di serotoninergici ed a psicoterapie cognitive o interpersonali qualora ciò fosse necessario.

il Neurofeedback e il Biofeedback della variabilità cardiaca vengono utilizzati per il trattamento delle sindromi depressive in quanto privi di effetti collaterali ed utilizzabili anche in quei pazienti che non desideravano sottoporsi ad una psicoterapia.

 

Che cos’è e come si manifesta la depressione?

Le persone, in genere sperimentano una grande varietà di umori (stati emozionali interni) ed hanno un repertorio ugualmente ampio di espressioni affettive sulle quali sono in grado di esercitare un certo grado di controllo. I disturbi dell’umore sono un gruppo di condizioni cliniche caratterizzate dalla mancanza di tale padronanza e da un’esperienza soggettiva di grande sofferenza.

Tra questi disturbi, uno dei più gravi è la depressione, caratterizzata dalla compromissione elettiva e prevalente dell’umore e presente, nelle sue diverse forme, nel 3% della popolazione.

Nella depressione il tono dell’umore di base è costituito da una prevalenza di sentimenti di tristezza, infelicità, malinconia, dolore, pessimismo, colpa, avvilimento, di solito accompagnati da inibizione e rallentamento di tutta la vita psichica (possono manifestarsi anche quadri clinici dominati dall’irrequietezza); l’ideazione può essere rallentate sino al blocco, oppure più o meno disturbata dall’ansia o dalla tensione.

L’umore depresso è accompagnato da modificazioni comportamentali, mimiche, gestuali, motorie e neurovegetative (rallentamento, pianto, tensione muscolare, espressione triste del volto, atteggiamenti mimici mogi, tristi, preoccupati, con inibizione psicomotoria, oppure inquietudine e agitazione), che rappresentano a loro volta un’espressione dell’esperienza depressiva.

Le persone che soffrono di questo disturbo sono di umore “stabilmente” depresso, incapaci di vera gioia, con visioni pessimistiche della vita e continui dubbi circa il valore e il significato dell’esistenza, severamente autocritiche, timorose, facilmente scoraggiabili, spesso anche scontente e diffidenti. Appaiono in primo piano le considerazioni improntate all’autosvalutazione, con prevalenza di sentimenti spiacevoli e penosi (colpa, rimorso, nostalgia, disperazione…) e una visione negativa, avvilita o irritata ed odiosa, inerte o pesante del mondo e delle caratteristiche personali. Si nota un deprezzamento ed un inaridirsi dei valori individuali e generali, della vivacità e della pienezza delle esperienze e degli avvenimenti e difficoltà a progettare il futuro.

Fenomeni collegati al tono dell’umore depresso e che, a loro volta, esercitano un’influenza su di esso, sono i disturbi del sonno, la perdita dell’appetito con diminuzione del peso, i disturbi dell’apparato digestivo, i disturbi delle funzioni genitali, la facile affaticabilità, i sintomi cognitivi con particolare riferimento si deficit di concentrazione, di attenzione, di apprendimento e di memoria, i contenuti del pensiero depressivi (temi di perdita, di indegnità, di rovina, di colpa, di perdita di speranze). Specie laddove, all’interno dell’umore depresso, la disperazione assuma un carattere predominante, possono porsi in risalto idee suicidarie con possibilità di passaggio all’atto.


Intervista sul Neurofeedback

Scarica la brochure

Categorie