Percorso diagnostico

Percorso diagnostico

Categoria : La diagnosi

Quanto è importante il percorso diagnostico?

L’obiettivo dell’intervento terapeutico consiste nel riabilitare la funzione mentale deficitaria soggiacente il disturbo/difficoltà di apprendimento, ovvero nel potenziare i processi cognitivi.
Le tipologie di  interventi variano a seconda delle caratteristiche individuali. Ogni bambino è diverso dall’altro, inoltre lo sviluppo e l’evoluzione dei disturbi o difficoltà di apprendimento variano da soggetto a soggetto, grazie anche alla maturazione biologica.
Sicuramente è raccomandato un intervento il più possibile tempestivo e specialistico, sia per approfittare della fase evolutiva in cui l’alunno è predisposto a specifici apprendimenti, sia per evitare il rischio di consolidamento delle problematiche.

Al fine di programmare un trattamento riabilitativo il più possibile individualizzato, mirato, specifico e calibrato su un bambino con particolari caratteristiche, è opportuno eseguire una valida valutazione clinica. L’obiettivo iniziale del percorso diagnostico è delineare il profilo neuropsicologico di quel particolare bambino, analizzando tutte le funzioni mentali per mezzo di prove specifiche e test standardizzati (diagnosi funzionale e qualitativa).

 

Per mezzo di prove specifiche l’esaminatore eseguirà un’indagine il più possibile approfondita dei vari processi cognitivi:

  • attenzione
  • memoria
  • percezione visiva
  • abilità visuo-spaziali
  • ragionamento logico-inferenziale a base verbale e a base figurativa-concreta
  • abilità di pianificazione
  • linguaggio
  • lettura
  • scrittura
  • calcolo
  • soluzione di problemi matematici
  • comprensione del testo

 

Come avviene il percorso diagnostico?

Per l’esame specifico di ciascuna funzione mentale ci si avvale di strumenti standardizzati e scientificamente validati (test), sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Le prove non sono altro che “compiti” che l’alunno deve eseguire.
Il compito dell’esaminatore è quello di salvaguardare un clima relazionale positivo e predisporre le condizioni per un sereno processo diagnostico.
Le prove standardizzate forniscono dati oggettivi per formulare una diagnosi, ma anche per valutare l’andamento del trattamento o il suo esito.
I test rappresentano per lo psicologo una fonte attendibile di informazioni di tipo quantitativo e qualitativo, e necessitano di una formazione specifica per essere utilizzati in modo appropriato. Per l’elaborazione di un quadro globale del bambino, il clinico dovrà poi tenere in considerazione informazioni provenienti da più parti, e non solo gli esiti dei test somministrati.
Il primo colloquio con la famiglia è fondamentale per la raccolta di dati anamnestici.
Altra fonte di informazioni è l’osservazione informale del clinico.
Su richiesta della famiglia, nel caso lo si ritenga opportuno, si svolgono incontri e colloqui con le insegnanti, al fine di avere uno scambio di informazioni ed eventualmente fornire consulenze su come intervenire con l’alunno.
Al termine della valutazione neuropsicologica si dispone di un profilo clinico del bambino, utile per progettare un intervento terapeutico-riabilitativo personalizzato e individuare il focus del trattamento.
Osservazioni e colloqui con le persone che ruotano attorno al bambino consentono una presa in carico globale e costituiscono un’opportunità per interrompere quel circolo vizioso improntato alla problematicità che spesso si crea a scuola, in famiglia o in altri ambiti.


Intervista sul Neurofeedback

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