Neurofeedback e performance cognitive

Neurofeedback e performance cognitive

Categoria : Il Neurofeedback

In letteratura sono numerosi gli studi che hanno utilizzato con successo il Neurofeedback per aumentare e migliorare le performance cognitive, quelle sportive e artistiche.

 

Cosa si intende per performance e performance cognitive

Tradizionalmente, le performance sono paragonate ad un continuum, che va da prestazioni disfunzionali posizionate ad un estremo, a prestazioni ottimali, posizionate all’estremo opposto (Kirk, 2001); quindi i cambiamenti delle performance possono riguardare sia coloro che si collocano sul o vicino l’estremo disfunzionale, per i quali il miglioramento sarà un tentativo di avvicinamento alla media, sia coloro che, avendo già prestazioni nella norma, migliorano le proprie performance, avvicinandosi all’estremo ottimale.

Le ricerche mirate all’aumento delle performance hanno lo scopo di far raggiungere al soggetto il controllo dell’arousal, dell’attenzione, della concentrazione e della motivazione, e di migliorare le funzioni cognitive quali la memoria, la capacità di pianificare, le strategie di problem solving, la flessibilità cognitiva, il linguaggio e la percezione, ottimizzando la capacità di cambiare stato a proprio piacimento.

 

Qual è il funzionamento del neurofeedback nell’aumento delle performance cognitive?

La logica sottostante l’uso del neurofeedback per l’aumento delle performance è basata sulle associazioni: identificando le associazioni tra particolari pattern di attività corticale e specifici stati o aspetti del comportamento ritenuti “ottimali”, è possibile, per un soggetto, aumentare le proprie performance, allenandosi a raggiungere quel pattern di attività corticale ottenuto durante lo stato ottimale.

Il training ha lo scopo di indurre dei cambiamenti nel tracciato elettroencefalografico, a loro volta associati a modificazioni del comportamento e delle performance.

Coloro che utilizzano il neurofeedback per l’aumento delle proprie performance, sono per lo più persone che usano intensamente la propria mente, persone che devono spesso affrontare delle sfide, o, ancora, persone sottoposte a un livello di stress notevole. A questi gruppi appartengono: artisti, dirigenti d’affari, impresari, piloti, astronauti, poliziotti, specialisti, atleti, vigili del fuoco, ma anche normali studenti di college (Rasey, Lubar, McIntyre, Zoffuto e Abbott, 1996), impiegati e musicisti.

Il neurofeedback risulta essere una componente essenziale nei programmi di addestramento degli astronauti della NASA  e nei training di allenamento di molti atleti olimpici; una notizia sulla squadra di calcio italiana, che ha vinto il Campionato Mondiale nel 2006, descrive l’uso del neurofeedback come “un’arma segreta” per il raggiungimento di tale successo.
Vernon et al. (2003) hanno, inoltre, utilizzato il neurofeedback per l’aumento della memoria e dell’attenzione.

Un gruppo di ricercatori dell’Imperial College London, guidati dal neurologo John Gruzelier, e in collaborazione con il Charing Cross Hospital di Londra, grazie a una serie di esperimenti che hanno coinvolto 97 studenti del Royal College of Music di Londra hanno rilevato un miglioramento medio della performance musicale del 17%, equivalente all’avanzamento di un livello di studi (secondo i criteri dell’educazione musicale nel Regno Unito).

 

L’EEG e le performance cognitive

Una grande quantità di ricerche ha esaminato l’associazione tra particolari pattern EEG e le performance in specifici compiti cognitivi e in specifiche attività; le principali scoperte possono essere così sintetizzate:

  • le onde alpha (8-12 Hz) risultano particolarmente associate ad una maggiore creatività ed efficacia psichica, specialmente in condizioni di competizione; l’aumento dell’attività delle onde alpha riduce il livello dell’angoscia e provoca un miglioramento  della memoria a lungo termine, della velocità di elaborazione dei dati, della perspicacia e del prendere decisioni; aumenta inoltre la capacità e la velocità nel creare concetti e immagini, la quale costituisce una base per risolvere i problemi. L’affaticamento causa l’indebolimento delle onde alpha, a cui è associata un’eccessiva attenzione per il mondo esterno. Craford et al. hanno accertato che le persone con una memoria migliore e più durevole, che commettono un minore numero di errori, e con una capacità nel prendere decisioni più efficiente, mostrano, mentre si concentrano, un aumento delle onde “upper alpha” (10-12 Hz) nell’emisfero cerebrale sinistro;
  • le onde SMR (12-15 Hz), rilevate per la prima volta nel 1967 da Sterman nei gatti, risultano associate all’attesa di uno stimolo, in posizione immobile e con grande attenzione. Nel 1971 Sterman ha scoperto le onde SMR nell’uomo, evidenziando che una maggior attività  di queste onde attenua le manifestazioni epilettiche; esse risultano associate all’inibizione motoria e alla tranquillità fisica e  aumentano la capacità dell’organismo di mantenere l’omeostasi. Nel 2003, Vernon et al. hanno evidenziato che l’aumento del ritmo SMR provoca una diminuzione del livello delle onde theta e delle onde high beta (24-38 Hz), ed è associato a notevoli  miglioramenti della working memory e dell’attenzione;
  • l’attività theta (4-8 Hz) sembra essere particolarmente associata ai meccanismi di memoria, in particolare ai processi di working memory (Burgess, Gruzelier, 1997). Una delle evidenze della diretta relazione tra attività theta e working memory deriva dai dati che mostrano un significativo aumento di tale attività durante un compito di riconoscimento, solo per le parole correttamente riconosciute e non per i distrattori. Un’eccessiva attività theta è però associata ad un aumento degli errori commessi;
  • le onde beta sono associate ad uno stato di attività mentale, alta vigilanza, concentrazione, attenzione focalizzata e sostenuta; favoriscono un’elaborazione cognitiva attenta ai dettagli, aumentano l’arousal, l’uso del linguaggio e dei pensieri logici-razionali. Indicano alto coinvolgimento nelle attività e alta attenzione.

 

L’ottimizzazione delle performance è uno scopo importante in ogni ambito della vita, sia quando esso è finalizzato allo sviluppo di capacità intellettive e/o creative, che quando si focalizza sul miglioramento di abilità atletiche e sportive.
I fattori che possono influire sulle performance sono, quindi, di natura intellettiva, cognitiva, emotiva e fisica e la combinazione dinamica di tutti questi fattori gioca un ruolo fondamentale sui livelli delle performance di ciascun individuo.


Intervista sul Neurofeedback

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