Neurofeedback Holidays: esperienza

Neurofeedback Holidays: esperienza

Categoria : Holidays

L’esperienza del Neurofeedback Holidays, cominciata nel 2007, è stata molto positiva. Il training intensivo permette infatti un apprendimento più veloce e meno stressante per il bambino. Anche se ogni trattamento è assolutamente personale e non ripetibile, e il funzionamento dipende proprio da un accurato iter diagnostico, può essere interessante riportare qualche esperienza delle scorse sessioni.

Luca (nome fittizio), un bambino di 5 anni, è venuto al centro per un problema di iperattività, a cui si aggiungevano momenti di estraneamento nei quali cominciava a correre in tondo (corsa stereotipata) emettendo alcuni vocalizzi.

La famiglia di Luca era disorientata e non sapeva come affrontare la situazione. Anche in questo caso il primo passo è stata una diagnosi accurata. Le prime volte, durante la visione del filmato (uno degli esercizi del neurofeedback, infatti, consiste nella visione di un cartone animato intervallato da alcune interruzioni), Luca cominciava concentrato, poi, ad un certo punto, si perdeva e fissava un punto lontano, cominciando a succhiarsi la maglia. In concomitanza di questo fatto, il terapeuta notava un picco dell’onda Theta, solitamente correlato con la disattenzione e momenti di distacco, perdita di contatto con la realtà esterna e  iperfocalizzazione interiore. Grazie ai training di neurofeedback, questi momenti sono andati affievolendosi, e ora, Luca, rimane attento per il tempo necessario. Nel caso di distrazione o di corsa, basta che i genitori lo richiamino una volta sola perché Luca risponda e torni ad agire normalmente.

 

La psicoterapeuta Tamara Ricci

“Alle prime sedute, capita di lavorare con bambini molto distratti, con un’alta potenza di onde Theta, quadri correlati ad uno stato di disattenzione. E’ difficile per il bambino concentrarsi e focalizzarsi su un compito, in questa situazione, anche se richiamato. Seduta dopo seduta, il bambino impara ad autocontrollare e a gestire la sua disattenzione, cosa che è correlata con la diminuzione della potenza delle onde Theta”.

Ciò che succede durante le sedute di neurofeedback è che il bambino impara ad autoregolarsi, sia dal punto di vista comportamentale, che emotivo, che cognitivo.

“E’ importante sottolineare che i risultati del neurofeedback riguardano proprio l’autoregolazione. Spesso, infatti, vivacità, voglia di estraniarsi e grande attività non sono impedimenti, ma tratti caratteriali che fanno bene alla vita di un bambino. Grazie al Neurofeedback il bambino – o l’adulto – impara a gestirli e a controllarli. Ciò che accade a livello cerebrale, col neurofeedback, non è un cambiamento strutturale, ma relativo alla funzionalità del cervello e ad un’acquisita flessibilità.

“E’ il caso di un bambino iperattivo che abbiamo avuto in trattamento da noi. Al comportamento più irrequieto univa un intuito brillante, un grande estro, delle capacità deduttive e induttive molto buone. Nel contempo, però, l’iperattività dava corso a disturbi del sonno e intensa irrequietezza motoria. La famiglia, che aveva intuito le potenzialità dell’esuberanza del ragazzo, lo aveva iscritto a numerose attività, tra cui il teatro e la danza. Eppure, quando gli si richiedeva di autocontrollarsi non riusciva a riprendersi. Passo dopo passo, grazie al training, ha riacquisito la capacità di regolarsi: dopo 30 sedute la situazione era radicalmente mutata. Anche i genitori lo avevano notato e ci raccontavano che era cambiato tantissimo, aveva cominciato a dormire, a dormire da solo, era aumentato l’autocontrollo del movimento. In generale era più tranquillo, riusciva a giocare con i compagni senza più avere esplosioni di rabbia. Soprattutto aveva acquisito la capacità di negoziare quando non eccelleva nei giochi o nelle sfide – cosa che prima lo turbava molto. Era diventato meno irruento, ma senza perdere la sua normale velocità di ragionamento che lo caratterizzava”.


Intervista sul Neurofeedback

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