La disortografia

La disortografia

Che cos’è la disortografia?

La disortografia è un insieme variegato di difficoltà nell’abilità di scrittura. Nello specifico, consiste nella difficoltà a convertire in simboli grafici (le lettere dell’alfabeto) i suoni del linguaggio verbale.

 

Quali capacità sono necessarie per apprendere la scrittura?

L’abilità di scrittura è il risultato di una serie di processi cognitivi. I neuropsicologi hanno validato un “modello a 2 vie” (via fonologica e via lessicale) che rappresenta le componenti cognitive implicate nella scrittura.

  1. Consapevolezza della relazione tra scrittura e linguaggio orale, anziché con la realtà oggettiva: la scrittura è la rappresentazione grafica dei suoni del linguaggio verbale, non della realtà esterna o dei concetti, come credono molti bambini prescolari. Quindi è necessario prima mappare il linguaggio orale (consapevolezza delle uguaglianze/differenze dei suoni) per poi apprendere la scrittura.
  2. Consapevolezza fonologica: è la capacità di gestire i fonemi, cioè i suoni del linguaggio verbale, attraverso la segmentazione (in sillabe e fonemi) della struttura fonologica delle parole e la manipolazione dei segmenti identificati.
  3. Abilità di mappatura o transcodifica: ogni fonema va convertito in un simbolo grafico (grafema, cioè la lettera dell’alfabeto). Il bambino deve apprendere le corrispondenze fonemi-grafemi (suono-segno). È il principale processo cognitivo che soggiace alla via fonologica.
  4. Abilità di sequenzialità: capacità di gestire l’ordine delle lettere da sinistra a destra.
  5. Capacità di gestire ortografie complesse: è un’abilità soggiacente la via lessicale, che deve subentrare quando non c’è univocità della corrispondenza tra suono e segno grafico (scualo o squalo?). È costituita da 2 magazzini a lungo termine (lessico fonologico e lessico ortografico) da cui si recuperano le rappresentazioni fonologiche e ortografiche delle parole.
  6. Abilità di memoria a breve termine per assemblare grafemi in maniera tale da ottenere la parola intera (buffer grafemico di risposta).

 

Alcuni errori tipici dei bambini disortografici

Orso – Coccinella => Il bambino pensa che nella prima parola stia scritto “coccinella” perché è più piccola.

Cane viene scritto SIILLSILLISE => Non c’è consapevolezza della relazione suono – segno.

Cane viene scritto AEN => Non c’è controllo dei processi di transcodifica.

Chiodo viene scritto ciodo, Ghiro viene scritto giro => Difficoltà con mappature complesse, cioè errori ortografici che dipendono da insufficiente contributo del lessico.

Treno viene scritto teno, Campo viene scritto capo => Errore fonologico.

 

Valutazione

Dall’analisi qualitativa degli errori di scrittura e per mezzo di test standardizzati, si risale al tipo di problema, per poi progettare il trattamento adeguato.
Le tipologie di errori rispecchiano un deficit di specifici processi cognitivi necessari per la scrittura.
I test standardizzati valutano l’integrità della via fonologica e/o della via lessicale ed il grado di automatismo raggiunto.

 

Trattamento

Si progetta l’intervento riabilitativo a seconda di quali processi cognitivi sono risultati disfunzionali alla Valutazione Clinica Neuropsicologica.
Di seguito alcuni esempi di attività utili per riabilitare le difficoltà di scrittura:

  1. apprendere a discriminare fonemi (b-p, c-g, d-t, f-v);
  2. apprendere a gestire la struttura fonologica delle parole, con esercizi di segmentazione sillabica per mezzo di marcatori esterni;
  3. creare un alfabetiere, per trovare l’immagine adatta che mappa una lettera;
  4. riflettere sul fatto che ciò che si pronuncia per primo, si scrive per primo;
  5. aumentare l’ampiezza dei magazzini lessicali, in particolare del magazzino delle rappresentazioni ortografiche, da cui si recupera l’ortografia di parole ambigue. Depositare nella memoria a lungo termine l’ortografia corretta (squalo o scualo?).

Sicuramente è raccomandato un intervento il più possibile tempestivo e specialistico,  sia per approfittare di questa fase evolutiva in cui l’alunno è predisposto a specifici apprendimenti, sia per evitare il rischio del consolidamento degli errori.

Al fine di programmare un trattamento riabilitativo il più possibile individualizzato, mirato, specifico e calibrato su un bambino con particolari caratteristiche, è opportuno eseguire una valida valutazione clinica. Al nostro servizio ci adoperiamo per delineare il profilo neuropsicologico di quel particolare bambino, andando ad analizzare tutte le sue funzioni mentali per mezzo di prove specifiche e test standardizzati  (diagnosi funzionale e qualitativa). Indaghiamo come procede il bambino in ogni passaggio del “modello a 2 vie” precedentemente descritto, in maniera tale da individuare dove sta il problema e/o qual è la difficoltà specifica da trattare.

Considerando che ogni trattamento riabilitativo è anche psicoterapeutico, oltre ai fattori neuropsicologici dobbiamo tener conto della struttura di personalità del bambino, i suoi tratti di carattere, la sua motivazione ad apprendere, l’autostima, ecc.
Infine, allo scopo di intervenire in maniera più organica possibile, la nostra riabilitazione deve inserirsi in un “sistema” che comprende fattori di tipo socio-ambientale, quali: la famiglia, la scuola, il programma scolastico, il contesto sociale extrascolastico.

La collaborazione con la scuola e la famiglia sono fondamentali, al fine di concertare modalità d’intervento il più possibile uniformi, per evitare quella confusione che si crea facilmente nell’alunno quando gli si presentano diversi metodi.

 

Prognosi

Dopo aver eseguito una corretta diagnosi funzionale ed aver programmato un intervento riabilitativo individualizzato, si può costruire e/o automatizzare l’abilità di scrittura oltre che prevenire, contenere o compensare la disortografia.


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